Un numero elevato di fattori hanno portato le condizioni attuali globali, di un RISCHIO marcato per le economie mondiali. Un rischio che era rimasto sopito, dalla crisi del 2008 intervenuta con il crollo del mercato immobiliare, dapprima in USA. Fattore che aveva perso l’interesse degli investitori, grazie alle azioni effettuate da parte delle Banche Centrali, in congiunta mondiale, di ampissima liquidità, azzeramento dei tassi di interesse, continui ampi commenti positivi sulla ripresa. E anche di un lavoro a nascondere i problemi latenti, sempre senza soluzione, che riguardano il livello record dei DEBITI, la gestione dell’IMMIGRAZIONE, la disgregazione e sempre maggiore ostilità nei confronti dell’EU come fatta sin d’ora.

Un grande lavoro, quello delle banche centrali e dei vari Governi, che hanno assorbito molte tensioni, e dato respiro alle imprese, investimenti, alle banche. Ma non hanno fatto RIFORME strutturali, aggiustato il DEBITO, sia privato che nazionale. Non hanno dato forza ai SALARI, che sono restati in fase di “dumping”.

Sono passati orami 10anni dall’innesco della CRISI, e non abbiamo ancora il livello di INFLAZIONE desiderato, o la riduzione dei DEBITI, ma sicuramente qualche BOLLA nei mercati si. Nonostante un rialzo del PETROLIO dai circa 30 dollari barile, agli 80 attuali.

Ora dovremmo vedere le Banche Centrali a procedere nella stretta creditizia graduale, rientro dagli acquisti massicci di assets o QE allentamento quantitativo.
Una situazione resa assai difficile, dai segnali di fine CICLO ECONOMICO, che vede un rallentamento della ripresa nei principali Stati, quali GERMANIA, INGHILTERRA, GIAPPONE, CINA, URSS, INDIA, e a catena, di tutti gli altri. Eccetto gli USA, per il momento.

Mercati che sono stati “drogati”, dagli acquisti massicci dei Governi di assets, dal numero record di fusioni, acquisizioni, ipo, di aumento dividenti, riacquisti di propri titoli e debiti, e dalla speculazione, confortata dalla assenza di inflazione, e di crescita annunciata. Nonché dalla necessità di aumentare la propria forza e presenza nei mercati, per fronteggiare la concorrenza e sopravvivere al calo dei consumi, riduzione dei margini operativi, all’aumento dei costi.

Ora abbiamo una situazione dove tutte le cartucce, o quasi, a disposizione delle banche centrali, sono state sparate. Il livello del DEBITO globale è ai record massimi storici, e in rialzo. I TASSI sono gradualmente al rialzo, alimentando il costo di finanziamento degli stessi. Il costo ENERGIA sale velocemente e marcatamente, con il PETROLIO sui massimi da 3anni. L’imposizione di DAZI, SANZIONI, creano barriere commerciali, limiti alla ripresa, innescando un aumento netto dei costi dei prodotti. Ma senza un rialzo dei SALARI, con un POTERE DI SPESA in calo continuo, eroso dal fisco, costi salute, trasporti, abitativo, sociale, non abbiamo una ripresa dei CONSUMI. Anzi, con l’aumento della spesa, la situazione si deteriora ulteriormente.

La combinazione di un DOLLARO piu’ forte, rialzo PETROLIO, rialzo COSTI finanziamento, incertezze POLITICA interna, GEOPOLITICA globale, porta i primi effetti.

Con la TEMPESTA, i primi a volare sono gli STRACCI.

Abbiamo avuto crollo di vari Paesi Sud America, LATAM, con VENEZUELA, ARGENTINA (tassi al 40pc a fronte di inflazione al 25pc), COLOMBIA. Dell’EST-Europeo, con Ungheria, Latvia, e altri. Della TURCHIA, con lira -20pc in solo 1 mese. Di varie nazioni in ASIA, come THAI, PHIL, quelle maggiormente esposte.

Effetti fino al mese scorso, aprile, mitigati, in mancanza di valori RIFUGIO, o ALTERNATIVI, su cui puntare. Si prova con Svezia, Norvegia, con l’Oro, con Emergenti, ma tutti hanno deluso le aspettative, e il franco svizzero non è più annoverato fra questi, grazie al lavoro svolto dalla sua BNS-Banca Nazionale. Ci ha provato lo YEN, ma non ha il sostegno dalla sua economia, che langue ancora.

Una situazione di incertezze elevate, che mette in grande difficoltà le scelte e decisioni di investimento, anche se nei mercati sentiamo sempre parlare di ripresa, crescita, rendimento, ottimismo, previsioni rialziste. Ma la fonte è sempre la stessa:
quella dei VENDITORI di PRODOTTI di INVESTIMENTO, banche, fondi, case di investimento, assicuratori.

La realtà di oggi è un’altra. Esempio la TURCHIA, e prima di essa l’Argentina, che dava un buon 8pc di rendimento, all’anno. E che in un solo mese ha perso 20pc sul cambio, e il resto sul crollo dei suoi bonds, e della sua borsa. A confermare che i RISCHI sono nettamente superiori al RENDIMENTO atteso, che la VOLATILITA’ è rimbalzata marcatamente, ed é destinata a restare elevata, aumentando i costi di copertura rischi.

Non credo che nemmeno con le schiarite per il Governo ITALIANO, avremo un cambiamento, in meglio, della situazione generale. In EU l’anno prossimo vede la scadenza di DRAGHI, il VOTO, e abbiamo ancora insoluto il rafforzamento del fondo di coesione EU (tramite nuovi ulteriori massicci fondi), manca l’Unione Bancaria Europea. E in un clima anti-europeo in aumento, da Est-Eu, Catalogna, Francia, Austria, Brexit-Inghilterra, e altri. E a fronte di un TRUMP-USA in Guerra Commerciale contro tutti, alleati compresi. In Sud America ci sono vari stati al voto. Poi la Geopolitica, con Iran, Siria, Israele, e varie continue tensioni.

Rischi accresciuti anche dal fatto che con le poche alternative presenti nei mercati, e l’uniformità dei fondamentali, degli investimenti, della direzione dei tassi, degli effetti “collaterali” della guerra commerciale, tutti sono dalla stessa parte.

Tutto segnala che il meglio è alle spalle.

Bruno Chastonay

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